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Montessorinchiaro LABS! L’acquedotto

In trenta secondi un acquedotto a misura di bambino…

anche gli argomenti più complessi possono diventare un’esperienza semplice e pratica. Non spaventiamoci di fronte a domande che ci paiono precoci come quella di Nina a 4 anni: -come arriva l’acqua al rubinetto?-. -E adesso come le rispondo?- fu il primo pensiero. Potremmo costruire un acquedotto. Ora per realizzarlo noi abbiamo usato: costruzioni forate ( tipo il nostro meccano di legno), cannucce, forbici, un ciotola, una siringa.

Se avete strane domande dei vostri bambini a cui trovate una risposta attiva e pratica, condividetela su fb: montessoriacasa…Siamo sempre curiosi.

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Al Parco giochi che fatica!

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E’ domenica mattina, decido di portare le mie due figlie ( 1 anno e 3 anni) al parco giochi vicino casa, desiderosa di trascorrere un’oretta di relax in compagnia delle mie bambine che potranno incontrare e relazionarsi con altri bambini e mettersi alla prova per ciò che concerne equilibrio, forza, velocità, precisione, concentrazione, ecc.

Purtroppo dopo poco minuti mi trovo a dover giustificare il perché lascio una bambina di un anno passeggiare sola per il pargcogiochi, perché permetto alla grande di arrampicarsi sullo scivolo al contrario e molto altro e mi chiedo: perché non ci sono, nei parco giochi, dei limiti invalicabili per genitori e nonni? perché non lasciamo che i bambini discutano, chiedano scusa o permesso, stiano insieme o soli, scendano dallo scivolo o vadano sull’altalena a discrezione del loro desiderio?

“metti la mano qui per passare!”

“vai un po’ sull’altalena, sei sempre sullo scivolo!”

“questo non va bene per te, lascia stare. Vieni qui.”

“non si capace!”

“scendi a fai andare questo bambino, noi andiamo di la”

Spostati!girati! tirati su, ti sporchi!, piano! corri un po’!……”

Come possono i bambini, in questo clima, divenire competenti fisicamente e relazionalmente?

Se lo scivolo è libero, nessuno vuole scendere, perché un bambino non può tentare di risalirlo? qual è il vero motivo? temiamo cada? è maleducato? non piace a noi? temiamo il giudizio degli altri genitori presenti?

Perché i bambini imparino a coordinarsi, ad essere prudenti, ad evitare ostacoli, così come ad essere esseri sociali hanno bisogno di sperimentare! di cadere (un po’) di sporcarsi, di discutere, di arrabbiarsi!

un papà, un giorno, mi disse: “guardi che sua figlia è salita li da sola!”

“l’ho vista, grazie” risposi io.

“ma non ce la fa!” aggiunse lui.

“non si preoccupi, se è salita è perché se la sente, grazie.” dissi.

I bambini lasciati liberi di muoversi, dall’inizio della vita, conoscono il loro corpo, le loro capacità e le loro incapacità, sono prudenti. Secondo me, quel che dobbiamo fare e tenerli al riparo dalla distrazione, non parlare loro mentre sono impegnati in un esercizio e dando loro dei consigli utili perché non si mettano in pericolo, quello vero!.

“Metti bene le mani!”

“concentrati e guarda davanti.”

“quando scendi parliamo, adesso presta attenzione a quel che fai!”

Inoltre dovremmo cercare di mantenere una distanza di sicurezza che permetta loro di sentirsi liberi di provare così come di venire da noi o chiamarci se ne sentono l’esigenza, ma la nostra presenza non dovrebbe essere assillante, invadente.

Scegliamo il parcogiochi che meglio risponda alle esigenze dei nostri bambini, in base alla loro età e ai loro gusti e poi, stiamogli vicino, ma alla giusta distanza.

 

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bambini dipendenti

SAMSUNGIo e Nina amiamo passeggiare. Durante I primi mesi della sua vita approfittavo dei suoi lunghi sonni per fare lunghe camminate con lei stretta a me nella fascia. Percorrevo anche 3-4 km alla volta. Ora Nina cammina e adora farlo il più possibile. Le nostre camminate sono molto cambiate: usciamo di casa, rientriamo dopo un’ora e magari abbiamo fatto solo il giro dell’isolato. Io mi prefiggo sempre una meta, spesso in maniera troppo ottimistica..ma quando usciamo per passeggiare, e non per andare in luogo preciso, decido di seguire il suo ritmo e i suoi desideri, come lei ha fatto con me quando era in fascia…

Così quando siamo in casa, quando mangiamo, quando è ora di dormire…in ogni occasione cerco di darlelibertà di scelta, ovvero cerco di ascoltare quello che è il suo volere.

La libertà di scelta non si limita a fargli fare un gioco piuttosto che un altro. Concedere libertà è una scelta che comorta costanza, coerenza e un po’ di fatica e sacrificio. Noi genitori possiamo offrire ai bimbi già molto piccoli di scegliere come codurre la loro esistenza. Possiamo farci accompagnatori e lasciare che lui si orienti nel mondo seguendo i suoi gusti, la sua indole, i suoi desideri così come facciamo noi, mostrandogli limiti, regole e rispetto per l’altro. Odieremmo chi provasse ad impedirci di fare ciò che deisideriamo. I limiti che noi adulti poniamo a noi stessi, sono doveri che abbiamo introiettato. Essi servono per tutelarci e per poter convivere civilmente con gli altri. Ma al di fuori di questi obblighi che riconosciamo e rispettiamo, scegliamo ogni iorno come trascorrere il no

stro tempo.

SAMSUNG Perchè deve essere un privilegio solo dell’adulto? PErchè il piccolo uomo nno goderne già in tenera età? Principalmente perchè temiamo di perdere il “potere” e il controllo su di lui.

Ma un’alternativa è possibile.

Possiamo concedere al bambino la libertà. Possiamo lasciare ceh scelga come muoversi, dove stare, quanto mangiare, la velocità con cui fare le cose, cosa fermarsi ad ammirare.

E’ naturale e scontato che ciò debba avvenire nel rispetto di certe regole base indiscutibili, ma all’interno delle quali il bambino può sentirsi libero id spaziare invece che continuamente condotto dall’adulto: “ Fai questa! Gioca con quello! Guarda questo! mangia quello! stai dritto! non saltare! fai piano! non toccare! non mettere in bocca! muoviti! calmati! cammina! fai in fretta! non urlare! fai ciao con la manina!”

La dipendenza dagli altri è una condizione che solitamente connotiamo negativamente, ma bisogna ricordare che le “regole relazionali” si imparano e si introiettano qandi si è bambini.

I bambini dipendenti saranno adulti dipendenti. Dopo la mamma cercheranno sempre qualcuno che indichi loro cosa fare, come, quando e perche’.

“A volte ho l’impressione che mio figlio mi comandi”. Questa sensazione possiamo leggerla come il desiderio del bambino di scegliere per la sua vita: egli desidera essere padrone della propria eistenza, coem l’adulto. Non vuole essere comandato, ma neanche gli importa comandare!

La sua personalità è in formazione. Egli ha bisogno di spazio e tempo per emergere, di occasioni per crescere e manifestarsi e noi genitori abbiamo il privilegio di poter essere i primi spettatori!

SAMSUNG

Il nostro “ bruchetto” ha bisogno di tempo, di spazio, di libertà per dispiegare le ali e farsi farfalla. Ciò lo sa fare da solo. Noi dobbiamo soltanto aiutarlo a non cascare dal ramo.

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PROVARE PER…CRESCERE!

fotoPoco più di un anno fa ho iniziato a cucire a macchina. Ero assolutamente inesperta, non sapevo nemmeno accenderla! Nei primi mesi ho inceppato più volte il filo, ho cucito più volte tutto storto, ho invertito l’ordine con cui assemblare i pezzi per confezionare dei capi… Nessuno in tutto questo tempo mi ha detto cosa stessi sbagliando e come avrei dovuto fare. Attraverso la pratica, gli errori, gli accorgimenti e i tentativi sono diventa più esperta ed ho sviluppato la capacità di prevedere la conseguenza delle mie azioni. Se faccio così succede questo, ma se faccio cosà succede quest’altro. Ora sono orgogliosa di ciò che riesco a produrre, di come so usare la macchina da cucire e sono capace (quasi sempre…) di riparare i danni che combino! Perchè? Sono autonoma, al mio modestissimo livello, ma autonoma. E man mano che utilizzo lo strumento divento più precisa, più abile, più svelta e posso dare sfogo alla mia creatività.

Questa è la linea educativa che voglio dare a mia figlia: spesso noto che lei non è imprudente o maldestra, anzi è molto prudente e quando sbaglia sta solo tentando di crecere. Solo non è in grado di prevedere le conseguenze del suo agire. Sta perfezionando il movimento, l’abilità delle sue mani attraverso l’esperienza diretta con il mondo. Prova, verifica, tenta, sbaglia, ritenta. Ogni giorno consegue un piccolo grande traguardo lungo la strada della competenza. Non permetterle di sbagliare, cadere, rompere, rovesciare vuol dire impedirle di comprendere e di imparare a prevedere. Ciò che devo fare è offrirle un ambiente adatto, ovvero dove possa trovare stimoli adeguati al suo livello di sviluppo che non siano pericolosi ma neanche troppo scontati. Fare al posto suo o bloccare i suoi tentativi non le insegnerà la prudenza e la precisione, ma la renderà insicura e inesperta. Se tenta di arrampicarsi su un rialzo io le sto accanto perchè lei possa sperimentare la gravità. Magari cadrà, ma solo così potrà capire che il movimento da lei compiuto non era corretto. Se a tavola prende il bicchiere (nel quale ho versato pochissima acqua…) non la blocco per darle da bere, lascio che con velocità lo porti alla bocca magari rovesciandosi il goccio d’acqua sulla maglia che poi metteremo asciutta. Questo le permetterà di comprendere che il suo movimento poco preciso, compiuto con troppa rapidità non le permette di raggiungere lo scopo, bere. Al tentativo successivo son certa che sarà più cauta, bagnandosi un po’ meno, fino a quando tre giorni (o settimane..) dopo lentamente porterà il bicchiere alla bocca e berrà, senza bagnarsi. A quel punto potrò versare un po’ più di acqua all’interno del bicchiere per permetterle di ampliare ancora la sua competenza.

Quando bere sarà un’attività per lei assodata, le permetterò di sperimentare il versare l’acqua nel bicchiere da una piccola brocca, dove inizialmente verserò solo poche gocce d’acqua…

Per ora gioisco nel vederla fiera di sé, orgogliosa di essere riuscita a portare alla bocca un fusillo, senza prestare troppa attenzione agli altri 10 che sono a terra…