A chi non piace stare in un posto sicuro, accogliente, comodo e caldo?
Durante la vita intra uterina questo spazio è l’utero della mamma dove il piccolo viene cullato dal ritmo del cuore e dalla voce della mamma, tranquillizzato dal movimento continuo. Questo stato di quiete, pace e sicurezza il bambino lo ricerca alla nascita, tra le braccia della mamma.Il pianto, la paura, la solitudine, lo sconforto, il freddo e il sonno trovano soluzione tra le braccia materne.
A quelle braccia il bambino desidera tornare, per molto tempo, ogni volta che si sente in difficoltà.
Le braccia della mamma (e dopo qualche mese dalla nascita anche quelle del papà!) sono per il piccolo la base sicura da cui partire per esplorare il mondo e quello stesso porto cui tornare ogni volta abbia bisogno di conforto e amore.
Tenere in braccio significa ricaricare d’amore il bambino, offrirgli “carburante” per affrontare le difficoltà delle vita, piccole o grandi che siano. Ciò che può inquietare, far soffrire, spaventare un bambino può non suscitare gli stessi sentimenti nell’adulto. Ma è importante tenere a mente il loro punto di vista, senza giudizio: solo il bambino sa cosa lo turbi e quando richiedere un po’ di forza e conforto. L’adulto accogliente, umile e attento risponde con un abbraccio quando questo viene richiesto, senza farsi domande o cercando un senso.
Per i primi anni di vita la domanda che accompagna la vita dei bambini è “mamma, papà, ci siete? mi amate? sono al sicuro?” (Biddulph, 2013) queste domande trovano risposta nell’amore e nell’affetto che i genitori offrono ai figli e la crescita non può procedere in modo sereno e lineare sino a quando questi interrogativi non saranno soddisfatti.
Il bambino scenderà dalle braccia della madre, lascerà il seno e dormirà da solo quando sentirà naturale farlo. Maggiori saranno le scorte d’amore fatte nei primi anni di vita, prima conquisterà importanti competenze: di pensiero autonomo, di scelta, socialità, empatia.
Tenerli in braccio non è un mai un vizio, ma un gesto di amore incondizionato che darà forza e conforto.
Quando i bimbi crescono potrebbero sentire a volte il desiderio di tornare piccoli, perché diventare grandi è impegnativo! Eccoli allora chiedere nel modo più semplice che conoscono: “mi prendi un po’ in braccio?” Quando le scorte d’amore scarseggiano i bambini lo percepiscono e si difendono chiedendo vicinanza e affetto. Prendiamo in braccio anche i “grandi”, ci rimarranno per pochi minuti, per il tempo che serve loro per ricaricarsi e ripartire più forti sulla strada della vita.
Sia figlia 23 anni che dolce consorte, è abitudine stare un po abbracciati.
Bell’articolo.