Bambino mio, sintonizziamoci.
A volte il canto di mamma e papà deve essere ritmato e allegro, altre volte calmo e sussurrato.
A volte l’essere preso in braccio è l’unico desiderio del bambino, altre volte lo è rimanere coricato a terra ed essere semplicemente osservato.
A volte il silenzio è il buio sono graditi in altri momenti lo sono mille suoni e compagnia.
Ogni momento il bambino esprime un nuovo bisogno, desiderio che spesso è in apparente contrasto con ciò che che voleva poco prima.
Mamma: “Ma perchè adesso piangi! ieri ti piaceva tanto!!”.
Esatto, ieri. Ciò che occorre è sintonizzazione, fisica ed emotiva tra la mamma e il bebè. Il comportamento della madre deve adattarsi (continuamente) alle esigenze del piccolo per rispondere ai suoi bisogni con tempestività ed esaustività . Stern (1987) parla proprio di processo di sintonizzazione per raccontarci l’importanza di fornire ai bambini un’adeguata risposta empatica permettedogli così di percepire di essere emotivamente riconosciuti ed apprezzati.
Per fortuna siamo naturalmente progettati per farlo: la madre ha innato l’istinto di adattare il proprio comportamento (e quindi la propria voce, la propria gestualità, la propria mimica..) a quella del suo cucciolo!
Tutto ciò necessita dell’attenzione verso l’agire del bambino: guardandolo ed ascoltandolo senza credere di sapere già cosa ci vuole dire saremo in grado accogliere il suo stato d’animo, la sua richiesta e di fornire la risposta giusta!
LETTURA CONSIGLIATA: ” Daniel Goleman, Intelligenza emotiva, che cos’è perchè può renderci felici!”